MARCO CALDERONI MEDICO ORTOPEDICO | LE PATOLOGIE

Ortopedico Specialista del .

Nella macchina meravigliosa che è il corpo umano il piede e la caviglia sono il nostro contatto con la Terra e da loro partono tutte le informazioni destinate al cervello che consentono i movimenti, dai più semplici, come camminare o salire un gradino, ai più incredibili gesti atletici dello sport.

Il piede e la caviglia possono purtroppo essere affetti da un’ampia varietà di disturbi; i pazienti che ne sono colpiti dunque trovano doloroso e difficoltoso ogni movimento della vita quotidiana, ed anche indossare le comuni calzature può diventare un vero problema.

L’alluce valgo, talvolta accompagnato dalla deformità a martello delle dita minori, è certamente una delle patologie più frequenti; esso consiste nella deviazione del normale asse del 1° dito che tende ad addossarsi al 2°; a ciò si accompagna prominenza ed infiammazione dell’articolazione metatarso-falangea, conosciuta come “nocetta” o “cipolla”, che rende problematico indossare le scarpe di tutti i giorni.

La visita ortopedica è il primo passo per definire la gravità della deformità, le eventuali condizioni che l’hanno favorita e per proporre quindi l’adeguato trattamento; sono opportune delle semplici radiografie in carico di entrambi i piedi per confermare la diagnosi ed escludere una artrosi associata.

Se la deformità non è ancora avanzata ed i disturbi lamentati dal paziente ancora modesti, può essere consigliato un trattamento conservativo: plantari, tutori dedicati e l’utilizzo di calzature morbide a pianta larga possono per qualche tempo aiutare a stare meglio. Se tuttavia col tempo la deformità  avanza ed i sintomi peggiorano, è indicato eseguire un intervento chirurgico correttivo in grado di ripristinare l’asse corretto del 1° dito ed eventualmente delle dita minori; tale intervento oggi viene sempre più spesso eseguito con tecnica percutanea, che ha dimostrato di ridurre il dolore post-operatorio e quindi rendere il recupero del paziente più agevole.

L’osteoartrosi della 1° articolazione metatarso-falangea o alluce rigido è una condizione meno frequente dell’alluce valgo ma ugualmente invalidante; il consumo dell’articolazione provoca una rigidità dell’alluce che non riesce a piegarsi correttamente durante il cammino, provocando dolore e spostando il peso sulle dita minori. Anche in questo caso la visita ortopedica e delle semplici radiografie in carico saranno in grado di confermare la corretta diagnosi. E’ frequente nell’alluce rigido il ricorso ad un intervento chirurgico che può andare dalla più semplice artrolisi e cheilectomia (liberazione delle aderenze articolari ed asportazione delle prominenze ossee dolorose) fino all’artrodesi, che viene realizzata nei casi di artrosi ormai avanzata.

L’artrosi può purtroppo colpire quasi tutte le articolazioni che formano il piede e la caviglia, dalle più piccole alle più grandi; essa è spesso il risultato di severi traumi come le fratture e le lussazioni, che anche se curate e guarite correttamente lasciano comunque tracce indelebili sulle superfici articolari; con il tempo la condropatia o degenerazione cartilaginea rende dolente e rigida l’articolazione colpita, così che le articolazioni vicine sono costrette ad un sovraccarico di compenso e possono svilupparsi in associazione fastidiose borsiti, tendiniti e fasciti.

Le radiografie in carico rimangono l’esame più semplice, veloce ed economico per ottenere quasi tutte le informazioni necessarie all’ortopedico; talvolta anche la risonanza magnetica può aiutare ad approfondire la diagnosi.

La chirurgia rimane spesso l’unica vera possibilità terapeutica per l’artrosi che colpisce il piede e la caviglia, e spazia dalla sostituzione protesica nell’articolazione tibio-tarsica all’affidabile artrodesi (o fusione) dell’articolazione colpita.

Il piede piatto provoca un’alterazione della normale morfologia e funzionalità del piede; esso è fisiologico e caratteristico dell’età infantile (circa dai 2 ai 6 anni), ma successivamente può accentuarsi e deve allora essere correttamente diagnosticato e seguito nel tempo.

Nel caso in cui provochi disturbi al bambino (facile affaticabilità alla stazione eretta ed alla deambulazione, conflitto con la calzatura, dolore) e/o se la deformità supera un certo grado può essere indicato un semplice intervento correttivo (calcagno-stop o, in alternativa, endortesi) realizzato inserendo nella parte posteriore del piede una vite che, mantenendo il corretto allineamento durante la crescita, corregge definitivamente il piattismo.

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